Su Spiria (Urzulei, NU)
IMMERSIONE SPELEOSUB
20 Luglio 2003

La grotta di Su Spiria fa parte del sistema Su Palu-Su Spiria, il più vasto sistema carsico conosciuto in Sardegna e uno dei più grandi d'Italia.
Le possibilità di trovare nuovi rami sono ancora altissime e uno dei punti più interessanti è costituito dal sifone a valle.

Esplorazioni precedenti compiute dagli speleosub hanno permesso di proseguire per circa 2 km prima di doversi fermare al 5° sifone. L'esplorazione del 2003 ha come obiettivo quello di superare quest'ultimo sifone nella speranza di avvicinarsi ulteriormente al ramo sud del Bue Marino per tentare un congiungimento.

Ma per riuscirci sono necessari molti litri d'aria, ovvero bombole, più tutta una serie di attrezzature pesanti ed ingombranti.
Per portare al 1° sifone tutto il materiale c'è bisogno di una squadra di "speleo sherpa", che poi venga a riportare tutto indietro dopo l'immersione. Io e Stefano S. facciamo parte della squadra che riporterà fuori dalla grotta tutto il materiale usato per l'immersione.

Partiamo da Sassari sabato sera e dormiano nei pressi della grotta. L'indomani sveglia alle 6 e alle 8.20 siamo pronti davanti all'ingresso triangolare di Su Spiria. Sono presenti diversi speleo di tutta la Sardegna e per evitare code alle corde ci dividiamo in gruppi più piccoli: il nostro gruppo è composto da una squadra GSAS-GSS di 5 elementi.
Superata la sella affrontiamo un tratto labirintico molto stretto e privo di concrezioni. Segue un tratto con gallerie più ampie e ben concrezionato, poi ancora gallerie e cunicoli sino al mare della tranquillità, un ampio salone circolare con il pavimento ricoperto di sabbia.
Ancora cunicoli, la salita per il Cazzinboriga e dopo una ripida discesa su una pietraia fortemente instabile arriviamo al lago e incontriamo gli speleosub.
Ci raccontano di aver superato il 5° sifone e il 6° ma di essersi fermati ad un 7°. Nell'aria c'è un pò di delusione ma qualcuno pensa già ad una nuova uscita.

Il materiale che dobbiamo trasportare si trova oltre 2 laghi. Superiamo il primo con un canotto bucato che bisogna gonfiare ad ogni traversata mentre sul secondo lago (più lungo) usiamo un bel canotto a tre posti. L'acqua è calma e scura e dall'alto pendono grosse stalattiti vistosamente consumate dall'acqua durante le piene.
Arrivati sull'altra sponda proseguiamo a piedi, risaliamo una collina di sabbia e qui troviamo gli zaini che dobbiamo riportare fuori.
Il sifone si trova sotto una parete verticale, levigata e piena di scallops. Il colore dell'acqua sfuma velocemente dal blu cupo al nero impedendo ai più di visitare le gallerie che seguono.
Traghettiamo gli zaini oltre il lago e ripartiamo per l'uscita. La strada a ritroso sembra più facile ma il peso e la fatica si fanno sentire obbligandoci al doppio dell'attenzione nel superare i passaggi più esposti. Grazie al passamano le strettoie e i cunicoli non sono un grosso problema e superato il labirinto finale affrontiamo l'ultima risalita e la sella.

Siamo fuori in meno di 6 ore e dopo una breve sosta ci incamminiamo verso il campo dove ci ritroviamo tutti per mangiare, raccontare e progettare nuove esplorazioni.

SP

Attività 2003