Il fenomeno carsico in un percorso didattico
di Laura Sanna

Nel campo della conoscenza e conservazione degli habitat ipogei, i confini della speleologia spaziano ben oltre il più ampio concetto di ambiente carsico: non solo ricerca, esplorazione e documentazione delle cavità, ma anche una serie di iniziative culturali legate all'acquisizione di una coscienza nella tutela del territorio.
La diffusione nelle scuole dei principi ispirati al rispetto della natura, dei più aggiornati contenuti relativi al suo funzionamento e alla sua evoluzione, rappresenta il contesto più favorevole per la crescita culturale della società nei confronti dell'ambiente.

Il Gruppo Speleo Ambientale Sassari, nell'ambito della sua attività di studio e salvaguardia delle grotte della Sardegna, ha realizzato, nel corso del 2001, una campagna di sensibilizzazione e educazione ambientale rivolta agli alunni delle scuole elementari di Sassari.

L'obiettivo di questo progetto è stato quello di diffondere nei bambini, che rappresentano i cittadini di domani, la coscienza e la cura per la qualità del proprio ambiente, di orientarli verso la comprensione del delicato equilibrio degli ecosistemi naturali (risorse da risparmiare e da trasmettere), della complessità del loro funzionamento, delle modificazioni indotte dalle attività umane.
La metodologia didattica utilizzata è stata quella di proporre un approccio mirato alla conoscenza della zona in cui vivono e delle sue forme biotiche per rafforzare, da un lato, il senso di appartenenza e di identità e per sviluppare, dall'altro, l'acquisizione di una maggiore capacità di osservazione, d'indagine e di valutazione.
Il percorso seguito è stato quello di coinvolgere gli alunni nell'esperienza diretta della natura, dei comportamenti per la sua tutela e valorizzazione, con particolare riferimento agli ambienti carsici, perseguibile attraverso una corretta fruizione delle risorse naturalistiche.

Gli incontri sono stati proposti nell'arco di alcuni mesi, in due circoli didattici precedentemente individuati e contattati che hanno subito mostrato interesse al progetto ed hanno partecipato gli scolari appartenenti alla quarta e quinta classe elementare. Il corso è stato articolato in due cicli: il primo si è tenuto in primavera presso il III° Circolo Didattico "San Giovanni Bosco" nelle classi 5°A e 5°B; il secondo si è svolto in autunno presso il I° Circolo Didattico "San Donato" nelle classi 4°A e 4°C. Per ciascun ciclo, il progetto è stato suddiviso in quattro incontri che hanno alternato temi teorico-illustrativi (lezioni, proiezioni di diapositive, ecc.) a fasi escursionistico-esplorative secondo un programma che ha guidato le scolaresche nell'apprendimento di tematiche di difficile approccio in aula, sia per la complessità degli argomenti trattati che per la povertà di mezzi a disposizione nelle scuole.

La prima lezione ha posto le basi sulle caratteristiche peculiari della nostra regione e dei suoi ambienti. Attraverso semplici campioni di roccia, l'esperienza della sedimentazione carbonatica, piccoli esperimenti sui fenomeni di dissoluzione, la proiezione di diapositive ed il loro commento, sono stati visualizzati temi riguardanti il fenomeno carsico e le sue forme epigee, l'azione ed il ruolo determinate dell'acqua nella formazione delle grotte e l'importanza che questa riveste nella nostra quotidianità; e poi ancora l'osservazione sulla tipologia delle grotte e degli speleotemi hanno aiutato i bambini nella ricerca delle azioni concrete per la protezione dell'ambiente, un bene, una ricchezza per le future generazioni.

Nel secondo incontro, alla scolaresca, accompagnata in un percorso didattico nell'Oasi Faunistica "Le Prigionette" presso la Foresta Demaniale di Porto Conte ad Alghero, è stata illustrata direttamente sul campo un'area a notevole valenza naturalistico-ambientale, non solo per i rilevanti aspetti paesaggistici che manifestano varie forme di carsismo superficiale e sotterraneo, ma anche per la presenza di diverse specie floristiche e faunistiche ritenute di particolare interesse per l'intera Europa e per le quali la zona è stata designata Parco Regionale. Il cromatismo della natura insieme con le immense potenzialità di questo itinerario che da Tanca di Cala Lunga risale fino alla cresta di Monte Timidone, ha offerto numerosi spunti per osservazioni ed approfondimenti in campo geologico, botanico e anche sul rapporto uomo e territorio: un interessante punto di partenza per la scoperta di habitat ad alto valore ecologico come le grotte.

Il terzo intervento prevedeva una seconda fase teorica che ha sviluppato tesi sulle forme di vita del sottosuolo, l'eccentricità in esse riscontrate durante l'esplorazione delle caverne, la conservazione di questa biodiversità, l'impatto dell'uomo sui vari habitat naturali e la necessità di una loro salvaguardia, seguita da una carrellata di immagini sulle principali cavità del territorio di Sassari e della Sardegna.

L'azione teorica è stata coniugata a quella pratica quali momenti complementari e inscindibili per i processi formativi: in palestra le attrezzature e le corrette tecniche di movimentazione sotterranea (salita e discesa sulle corde) hanno creato entusiasmo nelle classi.

L'ultimo appuntamento ha coinvolto gli alunni nell'apprendimento in sito dei comportamenti per perseguire la tutela del delicato patrimonio ipogeo. La grotta di Monte Majore a Thiesi, cavità con modesto sviluppo (circa 200 m), complessivamente priva di difficoltà tecniche e per la quale sono stati adottati tutti gli accorgimenti per la massima sicurezza, si adatta bene alla didattica: il percorso è stato un ottimo laboratorio per i ragazzi, potendo scegliere tra i numerosi aspetti del fenomeno carsico (la circolazione dell'acqua all'interno della montagna, la speleogenesi, la vita nelle grotte, l'uomo e le caverne nella preistoria). L'approccio avventuroso al mondo nascosto dentro la roccia ha coinvolto tutte le loro facoltà sensoriali, suscitando curiosità sulle dinamiche naturali.

Questa attività di promozione ambientale ha permesso ai ragazzi la conoscenza del carsismo e delle sue forme (sia biotiche che abiotiche), sviluppando in loro spirito esplorativo, capacità di osservazione e riflessione, ma anche accendendo passione ed interesse per tutte le tematiche ambientali; ha inoltre posto le premesse per vivere in modo sano il tempo libero, proponendo scelte alternative alla routine dei media e dei videogiochi. Accattivarsi l'attenzione dei bambini con le immagini, ma soprattutto con l'esperienza diretta dei fenomeni è stata la strategia didattica da noi adottata che ci ha consentito di andare ben oltre gli obiettivi prefissati. Anche il corpo docente ha riconosciuto l'importanza di cercare nello scolaro una giustificazione diversa per lo studio, soprattutto in quegli ambienti scolastici che attingono da realtà socio-culturali a debole motivazione.

Considerato il buon rendimento e successo di questa esperienza ci auspichiamo di poter rinnovare il nostro impegno per rafforzare i concetti appena introdotti, magari con un maggiore coinvolgimento degli organi collegiali e delle istituzioni perché ci sia una pianificazione seria e puntuale che vada nella direzione della formazione degli alunni.

Questo programma di educazione ambientale è stato predisposto, con il patrocinio dell'Assessorato all'Ambiente del Comune di Sassari, dagli speleologi del Gruppo Speleo Ambientale Sassari: si sono occupati della parte organizzativa Roberto Manca e Laura Sanna; di quella amministrativa Gianfranco Sechi; hanno fornito il materiale didattico Antonello Cossu e Franco Bandiera; hanno tenuto le lezioni teoriche e pratiche Marco Barra, Michele Fois, Roberto Manca, Paolo Marcia e Laura Sanna; hanno fornito assistenza durante le escursioni Daniele Ara, Franco Bandiera, Marco Barra, Michele Fois, Francesco Lai, Roberto Manca, Paolo Marcia, Carlo Masia, Roberto Masia, Laura Mulas, Stefano Pinna, Laura Sanna, Stefano Schintu, Gianfranco Sechi, con la partecipazione di Tiziana Serra del Gruppo Grotte Nuorese che ringraziamo per la gentile collaborazione.

Bibliografia:

Sardegna Speleologica, Anno X N.18

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