La Favola dell'Acqua

Alcune goccioline di acqua che vivono sulle nuvole, un giorno decidono di fare un viaggio e scendere sulla terra come pioggia e neve che cade sui tetti di una città, sulle strade, sul mare, in campagna sull'erba verde, tra i rami intrecciati di un bosco. Ma il vento dispettoso le fa cadere su una montagna calcarea e così vengono inghiottite dentro una delle tante spaccature della roccia, trascinate giù verso il buio.

 

Dalla superficie bianca e porosa proseguono il loro viaggio nell’oscurità attraverso gallerie grandi e piccole, percolano tra i piccoli cristalli dalla volta e dalle pareti per poi cadere nelle limpide e trasparenti acque che scorrono lente in questo paesaggio silenzioso, nel buio incontrastato della grotta.

 

Ed ancora veloce eccole insieme nel fragore di una cascata, modellando la roccia, scavandola, sciogliendola e ridepositandola, ora corrono rapide in un torrente. Ed infine si addormentano un po’ nelle acque tranquille di un lago sotterraneo, magari accoccolate tra le pisoliti di una vaschetta. Il risveglio in bilico su una microscopica frattura della volta, il gioco è tuffarsi, lasciarsi cadere dal soffitto della sala, scivolare sulle pareti e piano, goccia dopo goccia, creare delicatissime concrezioni, come fiori di roccia, le stalattiti come sculture, un tesoro nascosto in questo labirinto sotterraneo.

 

Poi lentamente riprendono il loro cammino nei meandri della terra. Sentono una voce che domanda: “Ma dove andate?”. Chi parla è un insettino che vive sulle sponde di una piccola pozza d’acqua, al quale le goccioline rispondono: “Non lo sappiamo, però è un bel viaggio. Perché non vieni con noi?”. Ma l’insettino, strofinando le sue lunghe antenne, spiega che non può abbandonare il buio in cui è nato, il suo mondo è solo quest’ambiente scuro ed umido, solo qui può sopravvivere. Le goccioline allora salutano e proseguono.

 

Attraversando una grande sala, con stupore vedono avanzare un gruppo di lucine da una galleria laterale. Si chiedono: “Quelli chi sono?”. Gli risponde un pipistrello aggrappato ad una roccia a testa in giù: “Sono gli speleologi, arrivano qua giù calandosi dentro la montagna con lunghe corde. Hanno bisogno delle lucine che tengono sui caschi, perché loro al buio non vedono. Sono uomini e donne, spesso bambini e bambine curiosi ed allegri.”

 

Ora si avvicinano alle goccioline dell’acqua … scrivono, disegnano, fotografano e non sciupano niente, vogliono solo conoscere cosa accade sottoterra. Scoprono tante cose belle ed interessanti, seguono i percorsi del fiume sotterraneo anche sott’acqua e se la strada per loro si fa stretta o si chiude, utilizzano delle sostanze colorate per individuarne l’uscita.

 

L’avventura delle nostre amiche goccioline è alla fine: sentono l’odore dei fiori all’esterno, d’improvviso la luce del sole in una mattina di primavera, il fragore di una cascata, il cielo azzurro, il profumo dell’aria; l’acqua riemerge attraverso una spaccatura della roccia e si getta in un fiume impetuoso.

Ma mentre corrono verso il mare, alcune goccioline tristi creano una scia nella corrente di uno strano colore. Le goccioline limpide chiedono spiegazione: “Cosa vi è successo?” e queste singhiozzando rispondono: “Sono stati degli uomini cattivi, ci hanno avvelenato con i loro scarichi inquinati”. Le goccioline trasparenti le rassicurano: “Speriamo di incontrare un depuratore, lui vi curerà!”

Nel loro viaggio sotterraneo le goccioline hanno trovano persino i resti fossili di animali vissuti milioni di anni fa e anche cose lasciate dagli antenati degli uomini che nelle grotte si rifugiavano. Ancora oggi gli uomini costruiscono degli acquedotti per portare l’acqua delle grotte in tutte le case. E già nell’antichità il tragitto delle goccioline veniva deviato per raggiungere anche la nostra città, scavando dei condotti sotterranei sotto le strade. Il resto delle goccioline invece raggiungerà il mare: qua il sole caldo le farà risalire nuovamente in cielo, in una nuova nuvola.

 

- Testo di Laura Sanna -

- alcune parti della storia sono tratte da "Plin e Tin, un viaggio di due gocce d’acqua", 2002 di Gianni Niccolai -