Bus de le Fratte
(1277 V TV m. 132)

Nervesa della Battaglia (TV)

Il Montello

La zona del Montello si trova pochi chilometri a nord di Treviso, ed è caratterizzata da colline di modesta elevazione costituite dai residui morenici del ghiacciaio del Piave. La roccia che le compone è un conglomerato a cemento prevalentemente calcitico, sulla quale si è sviluppato un notevole carsismo sia ipogeo che epigeo. La superficie è cosparsa di doline, piccole valli cieche e inghiottitoi, e sono note moltissime cavità con andamento prevalentemente orizzontale alcune delle quali si sviluppano per diversi chilometri.

Bus delle Fratte

La grotta si apre all'interno di una dolina, che nel giorno della visita era ricoperta di neve. Si tratta di una cavità di sviluppo modesto ma molto interessante per le forme presenti: l'ingresso è stretto e molto freddo, tanto che nei primi metri sono presenti alcune concrezioni di ghiaccio. Proseguendo per alcuni metri il cunicolo diventa più ampio e quindi ci si può alzare in piedi. Sul fondo scorre un piccolo rigagnolo d'acqua. La galleria prosegue con un meandro molto tortuoso che si immette in un'ampia sala di crollo impostata su un interstrato. Discendendo trai blocchi della frana si raggiunge nuovamente l'acqua che riprende a scorrere in meandro. Si arriva infine ad una cascata di circa 10 metri alla base della quale si trova un salone senza ulteriori prosecuzioni.

La visita

Raggiungo il Montello insieme ad Andrea, uno speleologo del gruppo di Belluno, e qui incontriamo Claudio, un signore molto simpatico che abita in zona. Per raggiungere la grotta attraversiamo campi arati e tratti di bosco alternati a case di campagna. In superficie non emergono rocce, ma le onnipresenti doline e la terra rossa rivoltata nei campi indicano che si tratta di una zona calcarea. Indossiamo le tute speleo sfidando il freddo e seguiamo il sentiero innevato che ci conduce all'ingresso. Superata la strettoia iniziale ci sparpagliamo alla ricerca di insetti con la speranza di fotografare qualcosa di interessante. In effetti tra la sostanza organica si trovano parecchi isopodi, coleotteri e diplopodi. Sotto una pietra scovo persino uno strano verme davvero lunghissimo.

Dopo alcune ore di grotta siamo nuovamente al freddo dell'esterno, ma solo per trasferirci in una nuova grotta utilizzata durante la prima guerra mondiale come ospedale, e in seguito come polveriera. Oggi non restano più tracce dei suoi passati utilizzi, ma la grotta ha una sua funzione ancora oggi... come discarica! Infatti purtroppo l'ingresso è cosparso di rifiuti di ogni genere. La grotta è davvero piccola e dopo averla girata e rigirata un paio di volte rientriamo verso casa.

Dopo la grotta vicino a Pordenone, questa è la seconda grotta che visito fuori dalla Sardegna: sarà che entrambe erano molto facili, ma di certo è molto diverso dall'andare in grotta in Sardegna. Chissà, forse perchè qui non si sgrabiglia a vino e pancetta...

S.P.

Indice uscite speleo