Dolina di Neulaccoro (Urzulei, NU)
18 Maggio 2003

Laura Mulas, Marco Barra, Carlo Masia, Stefano Pinna

Panorama da Costa 'e Monte Ormai sono passati molti mesi dall'ultima volta che abbiamo attraversato il cancello del Supramonte di Urzulei: il paesaggio è sempre lo stesso, ma la strada che ci porta a Costa 'e Monte è ingombra di pietre, forse perchè le macchine che la percorrono sono sempre di meno.
Il vento spazza le nuvole scoprendo chiazze d'azzurro da cui il sole accende di colori il Supramonte. Inizia a far caldo e la risalita verso la dolina è piuttosto faticosa. Attraversiamo campi solcati e ripide pietraie, cercando l'ombra dei radi lecci cresciuti sul pendio. La dolina è assolutamente invisibile da ogni lato e per trovarla bisogna quasi caderci dentro.

Ma stavolta siamo fortunati e sentiamo le voci di alcuni escursionisti che ci portano dritti alla nostra meta, evitandoci di andare su e giù con gli zaini in spalla.

La dolina si apre a 1150 metri di altitudine, ed è profonda circa 40 metri. Al suo interno si trovano diversi alberi di Tasso, e le pareti che ricevono luce e acqua a sufficienza sono tappezzate d'edera che risale dal basso sino al bordo superiore. Laura arma su un albero e si cala per prima. Io la seguo subito dopo, e la corda scivola veloce nel discensore che si surriscalda per l'attrito. Tocco terra sopra un cumulo di pietre ricoperte di foglie secche e muschio e mentre gli altri scendono giù mi godo la pace e l'incanto di questo luogo.

Carlo

 
 La dolina ha una forma quasi circolare e al suo interno vi è un alto cono di detriti. Su un lato si apre il piccolo ingresso che da accesso ad un pozzo che scende sino a quota -180 metri. Superato un breve tratto in frana ed una prima corda arriviamo alla "Finestra": da qui parte il pozzo principale. Marco e Carlo si calano per primi ma un problema su uno spit ballerino ci fa perdere moltissimo tempo.
Marco

Durante la risalita mi fermo spesso a guardare le pareti strapiombanti della dolina ed il piccolo paradiso che racchiudono. Sulle pareti più riparate si può ancora notare qualche colata e qualche concrezione la cui formazione è precedente al crollo che ha originato la dolina: doveva esserci una grandissima sala e moltissima acqua. Una volta fuori aspetto che salgano gli altri e mangiamo qualcosa per riprendere le forze. C'è un pò di delusione perchè non siamo arrivati al rostro... sarà per un'altra volta.
Intanto la foschia della sera vela le cime all'orizzonte e l'aria diviene più fredda: è ora di rientrare.

Laura sul primo armo della voragine

Dolina di Neulaccoro
 
La Finestra

S.P.

Attività 2003