Su Spiria Libera - Atto II (Urzulei, NU)
Marzo 2005


L’avevamo lasciata così Su Spiria, con l’ingresso “sfondato” e libero per un paio di metri appena. Ricominciamo dunque esattamente dal punto in cui avevamo interrotto il discorso e ad una settimana di distanza l’appuntamento è sempre allo stesso posto e alla medesima ora,minuto più minuto meno. Questa puntata conta 9 agguerriti disostruttori, altre braccia ci raggiungeranno domenica mattina. Tutto tranquillo fino a Dorgali dove ci fermiamo per una pizza. Così ristorati proseguiamo per Telettotes, niente neve questa settimana: il termometro si mantiene stabilmente al di sopra dello zero.

Arrivati al campo base, non appena montate le tende ci raggiungono due pazzi, che erano rimasti indietro, ma che non si sono fatti intimidire dall’ora tarda e sono sbarcati intorno a mezzanotte e mezza: stand ovation prego, non molti avrebbero dimostrato una simile devozione alla Signora che ci aspetta l’indomani.
Mentre stiamo per congedarci ed infilarci nel sacco a pelo pronti ad una sonora dormita, Carlo non resiste, preso da un febbrile bisogno inizia a raccogliere legna ed ad accendere il fuoco, è la sindrome ignifuga nella sua fase più acuta. Così in men che non si dica, grazie alla malattia di Carlo, siamo tutti stretti intorno al fuoco, a chiacchierare fino alle tre inoltrate, A questo punto depongo le ari, do la buonanotte e mi infilo in tenda. Giusto il tempo di vedere una stella cadente, una meteora infuocata accompagnata da una scia che mi piace pensare sia composta dai mille desideri che ha ispirato, raccolti in tutti gli angoli di mondo. Anch’io aggiungo il mio a quella scia, e così rassenerata posso tranquillamente riposare del sonno del giusto.
La tromba presidenziale squilla alle otto meno venti, ma basta uno strano grugnito di Francesco, per far desistere anche l’impavido presidente, ci voltiamo dall’atra parte e continuiamo a sognare. Fino alle nove e mezza, e ora non ci sono più scuse, dobbiamo alzarci, occorre obbedire.

Nel bel mezzo della colazione ci raggiungono alcuni membri del G.S.S., due di loro, Sergio e Gianni, ci daranno una mano a portare via quanta più sabbia possibile, gli altri proseguiranno per Cala Luna. Ad un certo punto, noto Marco che li conta con fare semi-disperato, e sempre con la medesima faccia terrorizzata si guarda intorno come per cercare qualcosa..manca qualcuno…Giacomo e Salvatore…ma soprattutto Salvatore…ma soprattutto la pancetta!

Una volta che riusciamo a farci una ragione di una simile disgrazia, ritiriamo le tende, prepariamo gli zaini e in tre quarti d’ora circa arriviamo sul luogo delle grandi operazioni! Adesso comincia il lavoro duro!
Questa volta ci sono meno braccia e quindi il ruolo di fotoreporter ufficiale è da me assunto part-time, perché tra un secchio ed un altro non rinuncio certo alla mia missione documentatrice.

Si scava ancora in verticale, tirando via terra sabbia e ormai qualche sporadico rametto di legna. Il lavoro è tanto ed anche questa domenica non basterà. Laura non ritrova la grotta che era nei suoi ricordi:ipotizza una frana che abbia cambiato la morfologia della grotta medesima. I secchi passano veloci di mano, in mano accompagnati sempre da una battuta, da un sorriso e talvolta da qualche nota stonata, ma nessuno si tira indietro.

Sono le 14.35 quando un grido di giubilo esplode nell’antro di Su Spiria: “LA PANCETTA!”. E’ “Accomo” che fa il suo ingresso trionfale, quando omai tutte le speranze erano perdute, dissipando varie bramosie di sottili vendette.
Altre 4 braccia portano nuova linfa al cantiere, e ancora per un’ora circa si mettono a tacere i morsi della fame, che alle 15.40 sobbillano stomaci e menti e ci spingono a riscaldarci al calore del sole, che fuori splende luminoso, e del fuoco, che diffonde nell’aere profumo di cibo!
Mezz’ora dopo siamo ancora tutti in “quel buco”, che continuiamo a spalare, finchè non ci raggiungono gli altri membri del G.S.S.. Sono loro a ricordarci che è veramente ora di andare via, e alle sei meno un quarto la seconda giornata di lavori può dirsi conclusa. Marco a forza riesce a strappare Giacomo, da quell’antro che oltre a risucchiare aria sembra aver risucchiato ogni suo desiderio, anche lui ora è affetto da febbre malarica: vuole liberare Su Spiria. Ma Marco non si fa intenerire, e non valgono a niente i pianti e i capricci, e le promesse che farà da bravo tutta la settimana, ma se si comporterà bene forse ce lo riportiamo domenica prossima.
Il tempo di riordinare, mettere a posto gli zaini, controllare di non aver dimenticato niente, scattare le ultime foto e possiamo scrivere “the end”, anche a questo secondo atto, non certo a quest’avventura!

…continua…

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