Risalita a Su Spiria (Urzulei, NU)
Il punto della situazione

di Marco Barra

Ora che anche l'ultimo campo a Suspiria, per quanto riguarda il 2005, è stato fatto, possiamo fare il punto della situazione:

Breve cronaca dei lavori:

6 Dicembre 2004: l'alluvione eccezionale dei vari supramonti causa numerose frane, smottamenti, piene di straordinaria violenza, crolli di opere stradali, e purtroppo anche vittime. Ci Concentriamo sulla codula Illune e possiamo constatare la vegetazione strappata dal letto del fiume, alberi crollati, ed evidenti alterazioni nell'aspetto della codula che porta a cala luna.
Suspiria, uno degli accessi per il sistema rilevato più grande in Sardegna, vede il suo ingresso ostruito da sabbia, legna, pietre e perfino un albero completo di blocco radici nella parte più esterna.

Dopo l'opera magna, in tre atti, per la disostruzione della grotta che ha coinvolto tutto il G.S.A.S. (anche squadre da quindici persone) con i mezzi più disparati;
dopo l'uscita per riarmare i pozzi in cui le vecchie corde erano state danneggiate;
dopo la perlustrazione con Giovanni Badino (preziosi i suoi consigli) alla sala dei ciclopi;
ormai siamo al terzo campo interno alla grotta di monte Longos, nell'intento di raggiungere quella galleria così lontana, così alta.

Il primo campo, per una serie di coincidenze è stato portato avanti in due persone: il ricordo che rimane è quello di zaini fuori taglia, soprattutto come nel caso del sottoscritto, quando mettono sulla bilancia più della metà del mio stesso peso. E’ stato possibile dare uno sguardo con uno di quei fari da qualche milione di candele per scrutare nel buio del nostro obbiettivo, il risultato?: "Ancora buio all'interno!"
Ecco alcune brevi note tecniche: I primi tre metri di risalita sono verticali, poi inizia la parte acida per i muscoli. Procediamo utilizzando Barre Stick-up Raumer, trapano Hilti 24V con pacco batteria e prolunga autocostruiti. Purtroppo si tratta di affrontare un deciso strapiombo: salire di circa 40 o 50 mt. e traversare verso sinistra di altri 40.
Per ora la progressione in parete è stata esclusivamente verticale e siamo saliti di circa 10mt. Abbiamo dormito 2 volte: la prima sulle pietre della sala dei ciclopi (questo appena arrivati, in cui lo sforzo con gli zaini ci ha evitato di percepire ogni eventuale "scomodità"!; la seconda sopra una zona sabbiosa, accessibile dal basso della sala dei ciclopi. Questa diventerà il CAMPO DEI SASSARESI a Suspiria.

Il secondo campo, in cui molti del gruppo hanno approfittato per una visita a Suspiria, ci ha visto iniziare a traversare, sempre però, risalendo. La quota raggiunta è stata di circa 20-25 metri. La roccia è ancora buona, ogni tanto si trovano zone fangose, ma sotto è tutto duro. La difficoltà non è solo il risalire con la schiena all’in giù con le barre che più di tanto non ti sollevano, quanto lavorare col trapano nella mano sinistra. Strumento questo di eccezionale potenza, e con batterie che ancora non siamo riusciti a scaricare completamente in un' unica uscita (parliamo di trenta fori), ha però di contro un discreto peso e un impugnatura troppo arretrata il cui risultato è una leva ancora più svantaggiosa per chi lo usa.
Man mano che procediamo affiniamo la tecnica di risalita: dall'uso dei diversi tipi di moschettoni a seconda dell'esigenza e dell'attrezzo collegato, alle varie acrobazie per recuperare le placchette utilizzate (stiamo viaggiando con le 9 placchette Alien che il gruppo possiede). Possiamo aprire una parentesi sul disarmo delle placchette secondo i vari vangeli: In calata è facile, sempre con una doppia sicura, si tolgono così come si fa con i rinvii di arrampicata. Quando bisogna percorrere a ritroso traversi strapiombanti con i fix molto lontani tra loro, il circo è nulla in confronto. Si vedono Pendoli, dadi svitati con placchetta sotto carico; staffini agganciati alla filettatura del fix disarmato con il dado come unica garanzia antiscivolo del moschettone; a volte recuperare dado e rondella non è possibile perchè partono "...a proiettile" (a meno che Giacomo non li recuperi al volo con la bocca!!!)

Il terzo campo è stato fondamentale: non è sempre che si può godere di tre giorni pieni, e così una squadra minima ma molto ben affiatata è riuscita a: arrivare quasi in quota rispetto alla galleria; superare il tetto che delimitava la parte strapiombante; superare due spigoli e un diedro in cui abbiamo avuto i primi problemi di roccia non stabile (il calcare è ancora più o meno buono ma i blocchi su cui piantiamo i fix possono essere a rischio di distacco) Abbiamo allestito quello che sarà il CAMPO DEI SASSARESI a Suspiria: per ora non ci si sta in molti ma è veramente a due passi senza attrezzi da chi sta risalendo, è asciutto, comodo e caldo. L'acqua più vicina è a cinque minuti, sotto la colata che porta alla sala dei ciclopi. E’ stata messa a punto ancora qualche finezza nella tecnica di risalita: vedi il moschettone a pera sul buco centrale della barra raumer in luogo del PAG consigliato, ed una tecnica abbastanza ordinata di disarmo e recupero placchette. Interessante aver scoperto un campanello d’allarme per quando arrivano le piene e cioè l'attivarsi di un ruscellamento proveniente dal ramo dei francesi. Indispensabile cuffietta e led per la permanenza nella sala, utile rimanere senza tuta speleo per non patire troppo il freddo (solo pile). Ultimo avvertimento (leggi autoavvertimento: occhio preparando il risotto che se cade addosso ci si brucia!!!) Si lo so, poi ci sono altri dettagli come la piena che ci ha preso uscendo, l'abbandono degli zaini a tempi migliori (già recuperati), e la risalita sotto cascata, ma non è certo la parte più interessante della storia.

Marco Barra

Disostruzione all'ingresso - Il primo campo - Il terzo campo - Speleologia